#ARRESTAMI
28 ottobre 2025
MARCIA LGBTQ+ SU ROMA
28 ottobre 2025
MARCIA LGBTQ+ SU ROMA
Gli ultimi raggi di sole filtravano attraverso le finestre sbarrate della stazione della Polizia Morale di Roma. Il fotografo del dipartimento era stanco. Centoventisette scatti segnaletici in un solo pomeriggio. Un record, anche per un mercoledì di rivolta.
"Prossimo," gridò meccanicamente, mentre sistemava la numerazione sulla lavagna, "protocollo 783/LGBTQ-22-10."
La porta si aprì. Due agenti in divisa nera spinsero dentro una donna sulla trentina. Capelli corti. Un livido fresco sullo zigomo sinistro. Gli occhi arrossati ma lo sguardo fermo, incapace di trasmettere paura nonostante la consapevolezza di ciò che l'attendeva.
"Nome completo," ordinò l'agente compilando il modulo digitale.
"Giulia Moretti."
"Reato?"
"Partecipazione a manifestazione non autorizzata, resistenza passiva all'ordine di dispersione, solidarietà a soggetto sovversivo. Lesbica."
Nessuno sembrava più sorprendersi di quanto fosse stato facile. Le nuove norme erano entrate in vigore così gradualmente che pochi avevano davvero compreso la portata di ciò che stava accadendo. Prima piccole limitazioni, poi restrizioni più severe, infine la criminalizzazione sistematica del dissenso.
La “marcia su Roma LGBTQ+” era stata annunciata come pacifica. Una commemorazione storica al contrario, un tentativo di ricordare che la libertà va difesa ogni giorno. Dovevano essere al massimo duemila persone. Ne arrivarono ventiquattromila.
Ironia della storia, pensò Giulia mentre attendeva il suo turno. Esattamente 103 anni prima, altre persone avevano marciato su Roma. Allora non furono fermati. Anzi, furono accolti. E nel giro di pochi anni promulgarono le "leggi per la difesa dello Stato", il Tribunale Speciale, il confino per gli oppositori. Poi vennero le leggi razziali. I libri di storia che nessuno legge più raccontano che anche allora tutto era iniziato in piccolo, con decreti d'urgenza, con la criminalizzazione del dissenso, con la difesa dell'ordine pubblico. La storia non si ripeteva identica, ma echeggiava con una precisione inquietante…
Alle 14:37 era stato dato l'ordine di dispersione. Alle 14:39 erano cominciati gli arresti.
La legge era chiara: il blocco stradale costituiva reato. La resistenza passiva costituiva reato. La solidarietà a chi protestava costituiva reato.
Nella cella comune, l'atmosfera era surreale. C'era lo studente che aveva semplicemente alzato un cartello. C'era l'anziana professoressa che aveva citato articoli della Costituzione. C'era il ragazzo con la bandiera arcobaleno. C'era il giornalista che documentava. Tutti catalogati, tutti etichettati, tutti trasformati in numeri di un database.
Nel frattempo, nei corridoi della stazione, un'impiegata dei servizi informatici osservava. Nata Gianpaolo, ora Elena. Alle dipendenze del Ministero degli Interni da sette anni. Una donna invisibile agli occhi del sistema che l'aveva assunta prima della transizione e non aveva aggiornato i protocolli di sicurezza.
Elena conosceva i server, conosceva i codici, conosceva i punti deboli. E mentre le foto segnaletiche venivano caricate sul database centrale, lei eseguiva il più silenzioso degli atti di resistenza.
Copia. Download. Backup esterno.
Le immagini di centinaia di "colpevoli" di libertà di espressione, salvate per testimoniare. Per mostrare al mondo che era davvero successo. Che la distopia non era più solo una possibilità letteraria ma una realtà quotidiana.
___________________________________
Non sai ancora che queste foto esistono. Non sai ancora che queste foto sono a Modena, in una mostra il 31 maggio 2025. Non sai ancora che puoi vederle su instagram.com/arrestami2025.
Ma ora sai che questo futuro è possibile. E può essere evitato solo se agirai oggi.
Il senatore Giacomo Matteotti lo disse chiaramente prima di essere assassinato dai fascisti: "Il fascismo non è un'opinione, è un crimine". Non fu ascoltato. Antonio Gramsci scrisse dai suoi quaderni di prigionia che bisognava opporsi subito. Fu ignorato. Tanti altri avevano visto i segnali, avevano denunciato la deriva, avevano indicato la strada della resistenza civile quando era ancora possibile. La loro voce si perse nel rumore dell'indifferenza, del "non succederà anche qui", del "sono solo piccole limitazioni".
Prendi un foglio A4. Scrivi #ARRESTAMI e sotto indica cosa sei o cosa rappresenti. Scatta un selfie. Condividilo. Invialo a instagram.com/arrestami2025
Perché domani potrebbe essere troppo tardi per dire "non pensavo che..."
MOSTRA FOTOGRAFICA
CONTRO
LA CRIMINALIZZAZIONE DEL DISSENSO
...PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI
FOTOART di FABRIZIO DE GENNARO
LA TENDA, Via Monte Kosica, Modena
31 maggio 2025
Sede ARCIGAY MODENA MATTHEW SHEPARD, Viale IV Novembre 40/A, Modena
13 giugno / 6 luglio 2025